{"uniqueId":"grid_headingdcl","mobileExpanded":true,"level":"3","text":"Ugo Bressanello: “L’Abbraccio di Domus de Luna per aiutare bimbi, ragazzi e mamme in difficoltà”","isLeading":false,"isTrailing":false,"hasNoGutter":false,"isCenterAligned":false,"react_component_name":"headingDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/headingDCL"}
{"uniqueId":"grid_imagedcl_copy","mobileExpanded":true,"src":"https://a-wb.vodafone.it/content/dam/webaem/vodafone-italia/fondazione_vodafone/notizie/210108_domus_de_luna_tiabbraccio/domus_de_luna_tiabbraccio.jpg","alt":"Domus de Luna","lazyLoad":true,"target":"_blank","react_component_name":"imageDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/imageDCL"}
{"uniqueId":"grid_articledcl","mobileExpanded":true,"html":"<p><i><br>\r\n Milano, 08/01/2021</i></p>\r\n<p>Ugo Bressanello ti abbraccia con le parole, quando racconta la straordinaria avventura di Domus de Luna, la Fondazione Onlus che ha contribuito a far nascere nel 2005 a Cagliari per assistere e curare bambini, ragazzi e mamme in situazione di grave difficoltà. E “TiAbbraccio” è oggi uno dei progetti di punta della Fondazione. “Distribuiamo cibo e beni primari”, spiega Bressanello. “Abbiamo iniziato con vestiti, giochi, libri e attrezzature per neonati, utili a chi una possibilità di acquistarli non ce l’ha. Poi, durante la distribuzione dei pannolini, sono arrivate richieste di latte in polvere e omogeneizzati a sostegno dei piccolissimi. E da lì “TiAbbraccio” si è allargato diventando anche un aiuto alimentare: Raccogliamo cibo nei supermercati, ci appoggiamo al Banco Alimentare, e però dobbiamo anche acquistare, perché la richiesta di aiuto continua a crescere. Fino all’anno scorso si trattava di una assistenza rivolta circa 150 nuclei familiari, in particolare mamme sole e famiglie in estrema difficoltà”. Le donazioni arrivano da privati o da istituzioni che si impegnano nel sociale, come per esempio Fondazione Vodafone.</p>\r\n<p><b>Ugo Bressanello, l’aumento di persone in difficoltà ha a che fare con la pandemia da Covid?</b></p>\r\n<p>“Assolutamente sì. La recessione economica si sentiva già prima, ma a marzo scorso sono esplose le richieste di aiuto. Oggi assistiamo circa 3000 persone, l’80 per cento delle quali vengono al nostro centro per prendere la spesa nei due giorni a settimana che sono dedicati alla distribuzione. Per il restante 20 per cento organizziamo un servizio a domicilio grazie ai volontari”.</p>\r\n<p><b>Cominciamo dal principio: come è nata Domus de Luna?</b></p>\r\n<p>“Uno dei miei figli è adottato. Grazie a lui con mia moglie avevamo conosciuto gli orfanotrofi e le case famiglia. E a un certo punto della nostra esistenza abbiamo voluto restituire ad altri un po’ della fortuna che avevamo ricevuto. Abbiamo deciso di aiutare i bambini che vivono fuori dello loro famiglie naturali, perché hanno subito abusi o maltrattamenti”.</p>\r\n<p><b>Lei di cosa si occupava?</b></p>\r\n<p>“All’epoca ero vicepresidente di Tiscali. E tutta la mia carriera era stata all’interno delle web company: Excite, Virgilio, <a href=\"http://tin.it\">tin.it</a>. Poi ho preso un anno sabbatico e ho fondato Domus de Luna”.</p>\r\n<p><b>Perché l’avete chiamata così?</b></p>\r\n<p>“Ogni volta che parlavamo con una amministrazione pubblica ci dicevano: ma voi volete la Luna! E allora noi la Luna l’abbiamo portata qui”.</p>\r\n<p><b>La prima iniziativa?</b></p>\r\n<p>“La Casa delle Stelle, un posto accogliente per bambini come mio figlio. E già allora Fondazione Vodafone ci diede una mano importante. Un rapporto che è continuato negli anni, per esempio con il nostro altro grande progetto: Exme’”.</p>\r\n<p><b>Di cosa si tratta?</b></p>\r\n<p>“Un mercato civico nella periferia di Cagliari, completamente abbandonato dalle istituzioni. Tanto che era diventata la principale piazza di spaccio della città. Ma per 12 anni tutti hanno fatto finta di non sapere. Noi l’abbiamo preso in gestione nel 2010: Invece dei combattimenti clandestini di cani e dei <i>fight club</i>, abbiamo creato aule di musica, sale di registrazione, un teatro. Oggi poi è ridiventato un vero mercato: abbiamo fatto tornare sui banchi del mercato la frutta, la verdura e gli altri cibi, al posto di coca, eroina e crack”.</p>\r\n<p><b>Aldilà della spesa, chi si rivolge a voi per un aiuto?</b></p>\r\n<p>“Spesso sono donne malmenate dai compagni. Non abbiamo statistiche precise, ma anche questo fenomeno sta crescendo con la pandemia e i relativi lockdown”.</p>\r\n<p><b>Ma lei dopo l’anno sabbatico è tornato alla sua professione hi-tech?</b></p>\r\n<p>“No, ho preso dieci anni sabbatici consecutivi. E alla fine questo è diventato il mio vero lavoro. Ma ormai siamo una grande impresa sociale, con quattro milioni di interventi all’anno e circa 80 persone contrattualizzate. Ci sono attività molto diverse, per esempio La cooperativa dei Buoni e Cattivi, un progetto di ospitalità e ristorazione che punta al reinserimento sociale di persone che hanno avuto esperienze difficili. Oggi ci lavorano in 45 ed è una eccellenza recensita dalla Guida Michelin, dal Gambero Rosso e da Slow Food. Peccato per le nuove restrizioni di Natale e Capodanno…”.</p>\r\n<p><b>Perché?</b></p>\r\n<p>“I Buoni e Cattivi si erano preparati per servire i pranzi delle feste e invece è saltato tutto. Ma abbiamo avuto un’idea, forse anche migliore: il pranzo sospeso. Con 100 euro si riceve a domicilio un pranzo per 4 persone cucinato dai nostri chef, e contemporaneamente se ne regala uno a una famiglia che non può permetterselo”.</p>\r\n<p><b>Quanti anni ha oggi il figlio che lei e sua moglie avete adottato?</b></p>\r\n<p>“Ha 23 anni, si è laureato e insieme al fratello è uno dei volontari di Domus de Luna. Una cosa che ci riempie di orgoglio”.</p>\r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}