{"uniqueId":"grid_headingdcl","mobileExpanded":true,"level":"3","text":"\"Per combattere la violenza sulle donne serve più informazione e insegnare che la felicità è un diritto che gli abusi non possono impedire\". Intervista doppia a Renata Rossi e Suor Claudia Biondi","isLeading":false,"isTrailing":false,"hasNoGutter":false,"isCenterAligned":false,"react_component_name":"headingDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/headingDCL"}
{"uniqueId":"grid_imagedcl_copy","mobileExpanded":true,"src":"https://a-wb.vodafone.it/content/dam/webaem/vodafone-italia/fondazione_vodafone/notizie/201111_violenza_donne/violenza_donne_bright_sky.jpg","alt":"Bright Sky","lazyLoad":true,"target":"_self","react_component_name":"imageDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/imageDCL"}
{"uniqueId":"grid_articledcl","mobileExpanded":true,"html":"<p><i>Photo credit: Fedele Costadura<br>\r\n <br>\r\n Milano, 11/11/2020</i></p>\r\n<p>Informare, sensibilizzare, offrire strumenti di protezione e di aiuto, promuovere una cultura dove ogni minima avvisaglia di violenza, che sia fisica o psicologica, faccia scattare nei cittadini un campanello d'allarme. Ma anche utilizzare le nuove tecnologie per garantire nuove forme di sostegno.</p>\r\n<p>Il 25 novembre è la <b>Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza</b> <b>contro le donne</b> e da qualche mese <b>Fondazione Vodafone </b>ha lanciato <b>BRIGHT SKY</b>, un app mobile gratuita pensata per aiutare le donne vittime di violenza domestica e maltrattamenti. Uno strumento, sviluppato in collaborazione con CADMI - Casa delle donne maltrattate - e la Polizia di Stato, che permette alle donne di informarsi correttamente, avere la possibilità di richiedere aiuto, di valutare i rischi e di mettersi in contatto con chi può aiutarle. Un nuovo strumento che viene definito come un \"importante tassello\" anche da chi da oltre 30 anni, come <b>suor Claudia Biondi della Caritas</b>, opera costantemente per aiutare le donne vittime di violenza, così come <b>Renata Rossi, coordinatrice del Servizio Disagio Donne di Farsi Prossimo Onlus</b> (fondazione che fa parte delle attività della Fondazione Caritas Ambrosiana). A loro, in vista della Giornata internazionale del 25 novembre, abbiamo chiesto cosa si sta facendo e cosa si può fare per continuare a sostenere sempre di più le donne vittime di violenza.<br>\r\n<br>\r\n<b>Con quali strumenti e come si può offrire sempre più aiuto alle donne che subiscono violenze?<br>\r\n Renata Rossi:</b> \"Sensibilizzando i cittadini. La rete anti violenza esiste ed è uno strumento fondamentale che deve essere reso sempre più visibile per tutti. Più informiamo, più offriamo alle donne la possibilità di conoscere che esiste un sistema per uscire dal labirinto, dalla spirale della violenza, più le aiutiamo. Spesso quando si è in difficoltà il passaggio più complesso è trovare la forza per uscirne: se si fa sapere che esistono punti di riferimento, come la rete antiviolenza, le case rifugio, i percorsi dedicati fatti con psicologi, assistenti sociali e legali, si offre loro un punto di riferimento preciso da cui iniziare\".<br>\r\n<br>\r\n<b>Suor Claudia Biondi:</b> \"Parlando dell'area di Milano, ma non solo, dagli anni Novanta ad oggi la sensibilità relativa alla violenza sulle donne è decisamente cresciuta e ad oggi esistono servizi e percorsi di aiuto molto importanti, ma non basta. Serve una informazione più capillare, per raggiungere tutti, non solo le donne italiane per esempio, ma anche quelle straniere, con disabilità o con casi particolarmente difficili. La rete esiste e bisogna far sapere che ogni donna qui, alla Caritas come in altri centri e associazioni, può trovare un aiuto\".</p>\r\n<p><br>\r\n<b>Quanto è importante l'uso delle nuove tecnologie per sostenere le donne?<br>\r\n Renata Rossi:</b> \"Una delle cose più complesse è riconoscere di dover chiedere aiuto. Se si riconosce, un altro passaggio difficile per chi è in difficoltà è capire a chi rivolgersi a seconda della propria condizione. In questo contesto le nuove tecnologie, app come <i>Bright Sky,</i> offrono un primo passo importantissimo per informarsi e per non rimanere isolati. Sapere dove rivolgersi è essenziale. App di questo tipo aiutano concretamente le donne, la rete antiviolenza, le forze dell'ordine: possono portare a un primo passo per uscire dalla spirale. Molte delle 1900 donne che nel 2019 si sono rivolte ai Centri antiviolenza sono arrivate a noi grazie a passaparola, a informazioni e sostegno che in futuro potranno garantire anche app e social\".<br>\r\n<br>\r\n<b>Suor Claudia Biondi:</b> \"Le nuove tecnologie, le app, i social, sono strumenti efficaci soprattutto in termini di informazioni. Un tempo, trent'anni fa, quando c'era appena un centro antiviolenza, mettevamo le locandine sugli autobus per dire di contattarci a chi aveva bisogno di aiuto. Oggi invece, tramite il web, possiamo diffondere il messaggio in maniera capillare per dire alle donne che non sono sole: sia prima che dopo, perchè anche dopo dobbiamo ricordare che i percorsi di aiuto non si esauriscono in breve termine, ma sono lunghi e complessi\".<br>\r\n<br>\r\n<b>Quali passaggi possono portare a un cambiamento culturale che ponga fine alle violenze?</b><br>\r\n<b>Renata Rossi:</b> \"Bisogna sensibilizzare sempre di più le persone per ribaltare la cultura diffusa che vede ancora oggi la donna come subalterna. Serve informazione e costante diffusione del messaggio che un qualunque tipo di violenza, fisica, verbale, psicologica, non è mai la norma. Lo deve sapere il vicino di casa, il maestro a scuola, chiunque. E se vede e sente lo deve dire, segnalare, aiutare. Lo devono sapere le donne stesse. Anche per questo, come Farsi Prossimo, stiamo preparando una serie di video informativi rivolti per esempio a donne troppo spesso lasciate ai margini nel nostro paese, dalle donne straniere a quelle con disabilità\".<br>\r\n<br>\r\n<b>Suor Claudia Biondi</b>: \"Io credo che per un cambiamento culturale profondo e ampio, che sarebbe un enorme patrimonio per donne e uomini, serva insegnare la consapevolezza che la felicità è un diritto di tutti, un diritto impedito dalla violenza. E' qualcosa che chiunque, dal medico di base che magari ha alcuni sospetti su una donna che potrebbe aver subito violenza, oppure un vicino di casa o un collega di lavoro, dovrebbe ricordare. Sapere questo ti porta a reagire, a denunciare, ad aiutare. Diffondiamo questo messaggio in maniera capillare, anche con le nuove tecnologie, e facciamolo diventare cultura. Ripeto: la felicità è un diritto di tutti\".</p>\r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}