{"uniqueId":"grid_articledcl","mobileExpanded":true,"html":"<p><i>Milano, 15/10/2020</i><br>\r\n<br>\r\nRuggero era il classico senza dimora che la notte trova riparo nella Stazione ferroviaria di Foggia. Cinquantenne, originario di Barletta, ex dirigente di una associazione di categoria, si è ritrovato ai margini dopo la separazione dalla moglie. In pochi mesi la metamorfosi: da cittadino esemplare a senza tetto che dorme tra i binari. “Oggi però possiamo raccontare il lieto fine della storia”, dice soddisfatto Emiliano Moccia, vicepresidente dell’associazione Fratelli della Stazione. “Ruggero adesso ha ripreso a lavorare e viene con noi la notte per portare un po’ di latte caldo e biscotti a chi dorme in stazione”.</p>\r\n<p>Merito dei volontari che l’hanno intercettato quando non aveva nessuno, che l’hanno indirizzato al dormitorio e soprattutto al centro diurno dell’associazione: “Il Dono”, un piccolo locale al centro di Foggia che è diventato un luogo di speranza per chi si ritrova nella città pugliese senza arte né parte.</p>\r\n<p>I Fratelli della Stazione lo gestiscono grazie anche al contributo di Fondazione Vodafone: 100mila euro che hanno permesso di tenerlo aperto tutte le mattine e due pomeriggi a settimana. Che hanno reso possibile la creazioni di corsi e laboratori: arti creative, sartoria, giornalismo, alfabetizzazione informatica.</p>\r\n<p>“La nostra azione serale in stazione”, spiega Moccia, “aveva un limite: davamo un piccolo aiuto, ma non riuscivamo a farci carico dei problemi dei senza fissa dimora. Con l’apertura del centro diurno, nel locale messo a disposizione dalla Fondazione Opera Pia Scillitani, siamo finalmente riusciti a fornire un servizio più strutturato. Uno sportello per dare le informazioni e poi i corsi di formazione per tentare di reimmettere le persone nel mondo del lavoro. Speriamo di poter garantire tutto questo anche l’anno prossimo”.</p>\r\n<p>Nel centro diurno viene distribuito <i>Foglio di Via</i>, il giornale di strada scritto e stampato dai Fratelli della Stazione, anche in questo caso con l’aiuto di Fondazione Vodafone. “I senza fissa dimora vengono da noi e prendono i pacchi con i giornali”, racconta Moccia. “Ogni 500 copie distribuite vengono remunerati con 32 euro netti”. Un piccolo aiuto, ma che può essere fondamentale, per le esigenze primarie ma anche per rientrare in una dinamica lavorativa. “La soddisfazione maggiore è quando qualcuno conosciuto in stazione oltre che distribuirlo, inizia a farlo il giornale scrivendo degli articoli”.</p>\r\n<p>Sono decine i senza tetto che ogni notte popolano la Stazione di Foggia. Prima dall’Africa, poi dai paesi dell’Est, ora molti italiani messi a dura prova dalla crisi economica. “Questa è una città molto dura, con poche strutture che accolgono chi non ha nulla”, conclude Moccia. “Abbiamo condotto una lunga battaglia per avere un dormitorio, ma senza successo”.</p>\r\n<p>Restano però le tante storie a lieto fine legate al centro diurno. Come quella di Ruggero. Quella di Sufu, giovane donna eritrea che nell’ambito del Laboratorio di Sartoria ha realizzato le mascherine anti-covid donate ai senza dimora della città. O quella di Maria: “E’ passata da noi e ora fa la guardiana in una fattoria fuori città. E’ felicissima”.</p>\r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}